Biografia dell'autore -
Dario Passi
A.A.M. Architettura Arte Moderna, 1 marzo 2009
© Gabriel Vaduva / Archivio FFMAAM
Biografia dell'autore

Dario Passi (Roma 1949) si laurea in Architettura a Roma sotto la guida di Ludovico Quaroni.

Dal 1982 è docente presso il Dipartimento di architettura e analisi della città dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Presso questo dipartimento è stato titolare di una ricerca imperniata sui fondamenti progettuali rapportati alla storia della città di Roma e sul completamento di alcuni quartieri della capitale. I temi che riguardano la sua attività architettonica e quella di docente sono principalmente quello dell'architettura minore del Novecento, con particolare attenzione alla scena romana, ed il rapporto col mondo della pittura col quale a partire dai tardi anni '60 instaura un legame che con il passare degli anni diviene sempre più stretto.

La sua attività, infatti, sembra spingersi verso un territorio individuato come un intorno al limite tra architettura e pittura, sino a concentrarsi definitivamente su una scelta pittorica che, tuttavia, sembra non perdere il suo debito con la prima formazione architettonica, creando un rapporto di fruttuosa interdipendenza tra ambiti disciplinari diversi. Significativo punto di passaggio in questa transizione è ravvisabile nella mostra con opere pittoriche di Passi del 1977 curata da A. Bonito Oliva.

Numerose sono le partecipazioni dell'architetto romano a concorsi, che segnano alcune delle tappe principali della sua attività progettuale. Tra i suoi progetti, redatti in collaborazione con C. Lococo, ricordiamo quello per la risistemazione di Piazza della Moretta e di Piazza della Rovere e quello per il nuovo mercato di Testaccio, tutti gravitanti nell'area romana. Ma oltre alle aree romane del centro storico, l'interesse architettonico di Passi è da sempre rivolto alle periferie ed in particolare al quartiere del Tuscolano, evocatore di un immaginario figurativo presente nel suo lavoro personale: “era qui – ha sostenuto l'autore – che ogni volta ritrovavo, applicata ed esemplificata al meglio, ogni considerazione su una idea di periferia in assoluto, sia come conclusione veloce e selvaggia nella sua necessità di immediatezza d'immagine, sia anche come esito di lavori e di studi più specifici e più attenti a cogliere da quel posto una sostanza di città per lo più sperata. (...) Mi piace far derivare da ciò, oltre ad una idea del luogo periferico in termini di nuova monumentalità sublimata dalla grande permanenza della memoria in quelle zone della città, anche, e preferenzialmente, una figura di progetto di abitazione larga ed alta, intorno ai dieci piani, un intensivo per la periferia, con molte finestre, una uguale all'altra, senza rimandi al diversificato uso interno, con grandi atri freschi e logge buie scavate sulla facciata».

Il progetto di Torre del 1987 segna in maniera emblematica la sempre presente affezione architettonica nell'opera pittorica di Passi, per la quale ogni distinguo disciplinare perde ragione d'essere.

Sono numerosi i saggi dedicati alla sua attività da critici ed artisti, ma due volumi, entrambi curati da Francesco Moschini, ne ricostruiscono la poetica architettonica: Architetture di città: sei progetti (Roma, 1982) e La costruzione del progetto. Figura e architettura (Roma, 1983).

Domitilla Dardi