Biografia -
Paolo Rosa, Fabio Cirifino, Francesco Moschini, Leonardo Sangiorgi
Studio Azzurro, via Procaccini 4, Milano, 27 Luglio 2012
© Gabriel Vaduva / Archivio FFMAAM
Biografia

Nel 1982 Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi danno vita ad un’esperienza che nel corso degli anni esplora le possibilità poetiche ed espressive delle nuove culture tecnologiche; a loro si aggiunge, nel 1995, Stefano Roveda. Attraverso la realizzazione di videoambienti, ambienti sensibili e interattivi, percorsi museali, performance teatrali e film, disegnano un percorso artistico trasversale alle tradizionali discipline e formano un gruppo di lavoro aperto a differenti contributi e importanti collaborazioni.

La ricerca artistica, all’inizio, si orienta verso la realizzazione di videoambientazioni, in cui viene sperimentata l’integrazione tra immagine elettronica e ambiente fisico, perseguendo l’intento di rendere centrale lo spettatore ed i percorsi percettivi in cui è inscritto. I videoambienti sono macchine narrative basate su uno scenario fortemente connotato, su sequenze videoregistrate di piccoli accadimenti reiterati e su una composizione di monitor, che favorisce la dissoluzione dei limiti dello schermo. Opere come Il Nuotatore (va troppo spesso ad Heidelberg) e Vedute (quel tale non sta mai fermo), in cui ricorrono gli elementi della figura umana e della natura, vengono progettate in funzione del contesto spaziale e sociale che dovrà accoglierle.

In quegli anni la produzione di diversi spettacoli, come Camera astratta (1987) – commissionato da Documenta 8 di Kassel e vincitore del Premio Ubu - spingono la ricerca dentro i confini del teatro e della performance, trovando un’originale modalità di integrazione tra azione teatrale e immagine video, con l’invenzione della doppia scena, basata sull’interazione in diretta tra il corpo dell’attore e lo spazio virtuale del video. La sperimentazione prosegue negli anni successivi affrontando le tematiche del teatro danza e del teatro musicale, di cui lo spettacolo The Cenci (1997), presentato al Teatro Almeida di Londra, rappresenta un importante riferimento.

Nello stesso periodo, con L’osservatorio nucleare del sig. Nanof (1985), prosegue l’attività cinematografica, a cui Studio Azzurro continuerà a dedicarsi negli anni, che culmina con l’uscita nelle sale del lungometraggio Il Mnemonista (2000), viaggio nei meandri della memoria, liberamente tratto da un affascinante caso clinico, descritto da A.Lurija.