Arte, Fotografia, Disegni e Progetti di Architettura Collezione Francesco Moschini e Gabriel Vaduva A.A.M. Architettura Arte Moderna
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Biografia dell'autore -
Franz Prati, Dario Passi e Francesco Moschini
A.A.M. Architettura Arte Moderna, 19 dicembre 1983
© Gabriel Vaduva / Archivio FFMAAM
Biografia dell'autore

Franz Prati (Venezia 1944) si è laureato in Architettura allo I.U.A.V. nel 1969.

Dopo avere insegnato a Venezia, si è trasferito a Roma, dove ha insegnato fino al 1992, anno in cui si è trasferito al Politecnico di Bari; dal 1994 è a Reggio Calabria e, dal 1997, è professore ordinario di Composizione Architettonica alla Facoltà d’Architettura di Genova, attualmente titolare e del Laboratorio di Sintesi Finale. Oltre che architetto, è pittore e designer, ed in passato si è occupato anche di scenografia teatrale lavorando con Ronconi, Damiani e Pizzi.

Nella sua carriera ha vinto numerosi concorsi d’architettura tra cui il Lungolago di Lovere (1988), la Nuova Piazza Dante a Genova (1989), la sistemazione dal monte Sant'Elia a Palmi (1992). Sempre nel 1992 vince il concorso internazionale per la costruzione della "Casa più bella del mondo”, progettata con L. Rattazzi, e poi costruita in via Bologna a Canali, periferia di Reggio Emilia: una residenza bifamiliare di circa un migliaio di metri quadri complessivi, costruita dalla Coop. “Muratori Reggio” e completata nel 1998.

Invitato più volte alla Biennale d’Architettura di Venezia nelle edizioni dirette da Aldo Rossi e Francesco Dal Co ha allestito, sempre per la Biennale, la mostra "Lo spazio sacro nella modernità". Invitato a realizzare progetti specifici per la Triennale di Milano nell'edizione del 1987 "Le città immaginate" e in quella del 1994 il "Centro altrove". Parte dei suoi numerosi disegni e progetti è stata acquistata dal Deutsches Architekturmuseum di Francoforte e in quella sede archiviati.

La costruzione di una immagine architettonica complessa e dalle caratteristiche urbane è il tema che si evolve nei progetti di Franz Prati. Il rapporto tra la città e l’architettura è fluido, le stratificazioni della città consolidata sono studiate, sezionate e disegnate assieme ai nuovi interventi proposti dall’architetto, anch’essi ricchi di sovrapposizioni, di architetture pesanti e di scenografie leggere, di geometrie semplici che crescendo in altezza modificano il loro disegno. Siamo al centro delle questioni legate all'analisi dello spazio architettonico e del sistema relazionale urbano. I progetti di Prati trattano infatti di rapporti tra figure dell’antico e di relazioni tra forme delle città, di scelte tra valorizzare o lasciare in secondo piano elementi della città, momenti di architettura, con altre scene.

La lettura del contesto avviene attraverso l’insegnamento lasciato da Camillo Sitte in L’arte di costruire la città e di Marcel Poete in La città antica: le intuizioni di Sitte da cui “ci viene mostrata la formula per sciogliere molti di quei nodi che legano città e architettura” e le parole di Poete che trasportano “nel mondo arcaico e fantastico delle origini degli insediamenti urbani, dove cercheremo di decifrare nelle stratificazioni più remote il significato del carattere più profondo di quel disegno che lega l’antico al contemporaneo”.

Il rapporto con l’antico e la tradizione è investigato da Franz Prati anche nel disegno proposto per alcuni oggetti, ad esempio negli oggetti di vetro: “I virtuosismi di alcune realizzazioni settecentesche, le piroette di vetro dei vasi veneziani, trovano nuove e suggestive declinazioni nelle torsioni delle basi e dei colli, vere e proprie sfide, assai impegnative, ad una materia duttile ma fragile e dalle reazioni comunque impreviste e imprevedibili” (Laura P. Bertolaccini).

Tra i testi sul lavoro di Franz Prati ricordiamo le monografie: “Segrete armonie di città” a cura di Francesco Moschini (Kappa / A.A.M. Roma, 1986), “Eclettiche astrazioni del moderno”, a cura di A. Valenti, con testi di F. Moschini e G. Muratore (Catalogo della mostra svoltasi a Matera dal 5 maggio al 15 giugno 1996, Melfi 1996) e “Franz Prati - Luciana Rattazzi”, a cura di L. Andreini, con presentazione di V. Savi ed un con un saggio di A. Ferlenga (Milano 2001).

Donata Tchou


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