Arte, Fotografia, Disegni e Progetti di Architettura Collezione Francesco Moschini e Gabriel Vaduva A.A.M. Architettura Arte Moderna
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Biografia dell'autore -
Paolo Martellotti
A.A.M. Architettura Arte Moderna, Roma, 3 febbraio 2014
© Gabriel Vaduva / Archivio FFMAAM
Biografia dell'autore

Paolo Martellotti (Roma 1943) dal 1963 partecipa alle vicende degli studi “Corso Vittorio” e “Atrio Testaccio”, per staccarsene nel ’69 e fondare nello stesso anno lo studio “Labirin-to”.
La parte fondativa del suo lavoro di ricerca, svolta all’interno dello Studio Labirinto negli anni ’70, è documentato nel volume La città di Carta 1978, a cura di Francesco Moschini.
Dal 1980 P. Martellotti è titolare, con P. Pascalino dello studio “Il Laboratorio” (fino al 1992 anche con C. Presta). Dal 1995 ha condiviso tutti i progetti più importanti con L. Musa e M. Mazzotta.
Nei progetti di P. Martellotti, sin dall’inizio, si esplicitano i temi che costituiranno le linee-guida del suo lavoro: l’infittimento, l’estensione, la ripetizione degli elementi fondativi – il pilastro, la trave, l’arco, la capriata – fino a giungere a “condensazioni scenografiche com-plesse” e “spazi compressi” che accennano alla “compattezza” della città storica, ma an-che al dinamismo e alla machinérie di nuovi spazi possibili, secondo la “lezione” di maestri come M. Sacripanti. La ricreazione – tramite questi stessi elementi e prendendo spunto dalle linee territoriali e del paesaggio – di una nuova “natura” (ad es. negli studi sul “pilastro-albero” che, nelle sue serie ripetute si pone dentro o “accanto” alla natura, fino a costituirne un “doppio”).
Tali elaborazioni non si caratterizzano solo come elementi e segni riconoscibili e distintivi dell’architettura costruita, ma conducono anche ad itinerari professionali successivi e ap-plicazioni particolari di campo – come le ricostruzioni museografiche nei settori del restau-ro archeologico e della statuaria antica o gli allestimenti temporanei.
Le stesse linee tematiche, all’interno dei “disegni di architettura”, riportano, raccolgono e ricostruiscono il fecondo dialogo, stabilito nel tempo della storia e del mito, tra tipo architettonico, città e suo intorno, quell’equilibrio di ambiti e domini tra dentro e fuori, tra architettura e paesaggio, o anche “persona” nella sua fisicità. In questo contesto l’architettura si fa evocativa di atmosfere terse e metafisiche, e ricrea o riassume in sé, o attorno a sé, elementi del paesaggio, quasi in un estremo energico tentativo di ricostruzione, ricreazione e accoglimento di uno spazio di rapporti non altrimenti propo-nibile.
Fra i suoi progetti vanno ricordati – oltre a quelli di Nazzano – l’area archeologica di Pae-stum (1988), di Velia (Salerno 1988) ed il Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano (Roma, 1998/2000). Inoltre, alcune case unifamiliari a Genazzano (Roma, 1981) e Filettino (Frosinone 1985-86), e l’edificio residenziale ad Albi-Catanzaro, 1992. Recentemente ha concluso il progetto per la nuova piazza dell’antica Fontana della Cavallina (Genzano di Lucania (PZ), 1994-99) e per l’ampliamento della scuola Giovanni XXIII a Guidonia.

Romolo Tancredi


Contenuto disponibile cliccando qui: Paola D'Ercole / Il Divenire / Edizioni A.A.M. 1994